"Storia dell'Armenia" di Listivert - Capitolo 24
Come la città di Ani, famosa nel mondo, è stata massacrata con la spada
In sintesi
Si mettono in evidenze i dissidi interno alla città di Ani senza chiarire chi sono in contendenti (guardie e principi o cittadini e bizantini?)
La distruzione di Ani è datata con precisione, la descrizione dell'assedio e della presa della città è molto letteraria, il disastro viene attribuito ai peccati dei cittadini - dando per converso l'informazione che si trattava di una città di grande importanza commerciale e abitata da popolazioni eterogenee.
Per visitare le rovine di Ani è consigliabile il bel sito www.virtualani.org; le rovine, in Turchia, ma sul confine con l'Armenia, sono state a lungo diffcilmente visitabili. Vi sono alcune chiese interessanti, molto successive agli eventi qui trattati. La città è stata distrutta nuovamente nella guerra Turco-Armena del 1921-22.
La distruzione di Ani è datata con precisione, la descrizione dell'assedio e della presa della città è molto letteraria, il disastro viene attribuito ai peccati dei cittadini - dando per converso l'informazione che si trattava di una città di grande importanza commerciale e abitata da popolazioni eterogenee.
Per visitare le rovine di Ani è consigliabile il bel sito www.virtualani.org; le rovine, in Turchia, ma sul confine con l'Armenia, sono state a lungo diffcilmente visitabili. Vi sono alcune chiese interessanti, molto successive agli eventi qui trattati. La città è stata distrutta nuovamente nella guerra Turco-Armena del 1921-22.
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La razza umana, soggetta a molte delusioni ed illusioni, a causa della concupiscenza e della malvagità, cercò rifugio nelle sue sole forze. I potenti, alti, giganti che non potevano essere ostacolati o sfidati, si atteggiarono a dei. Alcuni, fortificati nelle torri, riguardando la loro altezza come inespugnabile, non volevano bere dalla tazza della bontà divina - ricordando i pazzi construttori di quella prima struttura che fu costruita con grande difficoltà ma demolita facilmente; o come gli abitanti di Gerico, i quali, a causa delle fortificazioni turrite, non si consideravano Cananei e non pensavano che la destra del Signore governava anche loro o che la spada dell'Onnipotente era loro vicina. Perché è il Signore che costruisce che distrugge, che fa tremare le fortezze [g133] e cadere le alte torri. La torre sulle montagne del Libano che Davide aveva costruito e fortificato con spade e scudi contro Damasco non resistette ad Eder, l'avversario di Salomone, nè impedirono il suo attacco, perchè la fortezza e' santità, e' azione pia, non il muro della scelta
Ritorniano ora alla precedente narrazione. Non siano considerati pochi o insignificanti i peccati di coloro che non si pentiranno o si dispiaceranno o non vedranno la punizione della gente
Ritorniano ora alla precedente narrazione. Non siano considerati pochi o insignificanti i peccati di coloro che non si pentiranno o si dispiaceranno o non vedranno la punizione della gente
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loro vicina e la pena dei vicini di casa che capitano a seconda dei crimini commessi.
Il cipresso deve piangere per il pino, la frangola per le olive, perché non è che tutti coloro a cui la torre è crollata, secondo il comando del Signore, siano stati degni di morte senza distinzione , ma piuttosto perché i parenti e gli altri comprendano i loro peccati, mentre quelli lontani impararino da loro e pongano rimedio agli eventi calamitosi che erano successi a Arcn [distretto di Karin/Erzorum] non erano avvenuti da molto tempo, nè era passato tanto tempo che essi fossero dimenticati. Molti erano stati testimoni con i loro occhi e non avevano bisogno di ascoltare, poichè molti distretti e città si erano salvati da quella scorreria. Comunque essi si rivoltarono e ribellarono non contro il genere umano ma contro Dio che atterra le alte torri e trasforma città sicure in tumuli di terra. Non capiscono o non ricordano il timore e le minacce del Signore, ne quanto resta della Sua ira e rabbia. Egli si abbassa per far bere i peccatori. Essi lo considerano nulla. Questo vale specialmente per la fortezza di Ani e i suoi abitanti che avevano appreso sempre più l'arroganza e alzato le loro mani contro il Cielo, mentre Dio spingeva il re di Persia a venire nel suo posto [g134] e vedere
Il cipresso deve piangere per il pino, la frangola per le olive, perché non è che tutti coloro a cui la torre è crollata, secondo il comando del Signore, siano stati degni di morte senza distinzione , ma piuttosto perché i parenti e gli altri comprendano i loro peccati, mentre quelli lontani impararino da loro e pongano rimedio agli eventi calamitosi che erano successi a Arcn [distretto di Karin/Erzorum] non erano avvenuti da molto tempo, nè era passato tanto tempo che essi fossero dimenticati. Molti erano stati testimoni con i loro occhi e non avevano bisogno di ascoltare, poichè molti distretti e città si erano salvati da quella scorreria. Comunque essi si rivoltarono e ribellarono non contro il genere umano ma contro Dio che atterra le alte torri e trasforma città sicure in tumuli di terra. Non capiscono o non ricordano il timore e le minacce del Signore, ne quanto resta della Sua ira e rabbia. Egli si abbassa per far bere i peccatori. Essi lo considerano nulla. Questo vale specialmente per la fortezza di Ani e i suoi abitanti che avevano appreso sempre più l'arroganza e alzato le loro mani contro il Cielo, mentre Dio spingeva il re di Persia a venire nel suo posto [g134] e vedere
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che cosa avveniva lì. C'era guerra nella terra di Armenia perchè [i selgiuchidi] volevano ampliare i loro possedimenti e governare i confini dell'altro [bizantino] regno. Questo trapelò nel 513 della nostra era [1063/64]. Ora il re [selgiuchide, Alp Arslan] venne con miriadi di soldati armanti e entrò nella nostra terra spargendo paura e terrore tra le genti vicine e lontane. Egli calpestò e sconvolse molte terre finchè raggiunse la città che aveva raggiunto i limite della cattiveria e del peccato. Egli alzò le tende di fronte alla città di Ani e sparse la sua armata per tutta la campagna. Egli concepì e tentò stratagemmi per distruggere quella porta [della città] di ferro e le serrature di rame che si opponevano alla sua signoria, ma poichè cresceva la sua sfiducia a causa delle fortificazioni, sebbene la battaglia cresceva di intensità, egli aveva intenzione di partire. Egli non sapeva che il Signore aveva seminato discordia, disunità e caos tra le guardie e i principi. Giusto allora le guardie, lasciando il combattimento, presero a fuggire e, confusi dalla paura, nessuno guardò con preoccupazione ai suoi parenti o agli amici importanti. Piuttosto ognuno era preso da terrore. Quando le truppe in armi che combattevano all'esterno si accorsero di ciò, essi si aprirono
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un passaggio sul muro e corsero in città come spumeggianti flutti del mare. Mettendo al lavoro la spada persiana, essi non risparmiarono nessuno. Ora la moltitudine degli uomini e delle donne si rivolsero al palazzo reale come se lì potessero salvarsi, mentre altri corsero al rifugio chiamato fortezza interna. Come per coloro che erano rintanati nella città, quando il nemico vide che essi erano impreparati, mancando combattenti, cibo e da bere, li circondò e li terrorizzò tanto che a malincuore essi uscirono. [g135]
Si potè vedere la dolore e disgrazia di ogni età dell'umanità. Poichè i bambini furono strappati dalle braccia delle madri e scagliati senza pietà sulle rocce, mentre le madri li bagnavano con lacrime e sangue. Padri e figli furono uccisi con la stessa spada. Anche vecchi, giovani, preti e diaconi furono uccisi dalla stessa spada. La città si riempi da una parte all'altra con i cadaveri del massacro, e i cadaveri divennero una strada. Dalla innumerevole moltitudine degli uccisi, dai cadaveri quel grande flusso attraversò la citta che fu tinta con il sangue. Animali domestici e selvaggi divennero il cimitero di quei corpi,
Si potè vedere la dolore e disgrazia di ogni età dell'umanità. Poichè i bambini furono strappati dalle braccia delle madri e scagliati senza pietà sulle rocce, mentre le madri li bagnavano con lacrime e sangue. Padri e figli furono uccisi con la stessa spada. Anche vecchi, giovani, preti e diaconi furono uccisi dalla stessa spada. La città si riempi da una parte all'altra con i cadaveri del massacro, e i cadaveri divennero una strada. Dalla innumerevole moltitudine degli uccisi, dai cadaveri quel grande flusso attraversò la citta che fu tinta con il sangue. Animali domestici e selvaggi divennero il cimitero di quei corpi,
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perchè non c'era nessuno che potesse coprire i corpi dei massacrati con la terra necessaria e nessuno che potesse bruciarli. L'alto e bel palazzo fu bruciato per le ingiustizie che vi erano state commesse, mentre tutte le altre strutture furono trasformate in cumuli di terra. Usura e tradimento finirono lì.
Questo è il destino delle città ingiuste che furono costruite con il sangue di altri, e rese lussuriose con il sudore del fallimento e che fortificano le loro case con l'usura e ingiustizia, non avendo pietà per i poveri e gli indigenti. Essi si aspettano solo piacere e conforto e non desistono da attività folli. Piuttosto essi erano ubriachi del desiderio che si era impossessato di loro. Che cosa diventano quando l'ira del Signore li abbatte? Essi appassiscono e vengono distrutti come cera la fuoco, siano essi re o principi, come abbiamo visto da ciò che è stato narrato prima. Ma il re di Persia, avendo conquistato numerosi distretti, ritornò alla sua terra con inestimabile bottino [g136]
Questo è il destino delle città ingiuste che furono costruite con il sangue di altri, e rese lussuriose con il sudore del fallimento e che fortificano le loro case con l'usura e ingiustizia, non avendo pietà per i poveri e gli indigenti. Essi si aspettano solo piacere e conforto e non desistono da attività folli. Piuttosto essi erano ubriachi del desiderio che si era impossessato di loro. Che cosa diventano quando l'ira del Signore li abbatte? Essi appassiscono e vengono distrutti come cera la fuoco, siano essi re o principi, come abbiamo visto da ciò che è stato narrato prima. Ma il re di Persia, avendo conquistato numerosi distretti, ritornò alla sua terra con inestimabile bottino [g136]
Versione 1.3 - 28/5/2014