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Versione 1. 21/4/2010

L'albero dei peni appesi

Affresco della Fontana di Massa Marittima

Premessa

Si tratta di un affresco trovato alcuni anni fa nella fontana che si trova nella piazza della cattedrale di Massa Marittima. L'affresco rappresenta un gruppo di donne che giocano cercando di afferrare i falli appesi ad un grande albero.

L'affresco è stato interpretato dal Prof.George Ferzoco, direttore del Centro studi toscani dell'Università di Leicester, esperto di arte toscana medievale, come una minaccia dei guelfi verso i ghibellini.
Riccardo Gatteschi, scrittore, vi vede invece una sorta di evento propiziatorio con la similitudine “fonte dell'acqua uguale a fonte della vita”, o ancora “la rappresentazione di uno dei fondamenti elementarmente umani della vita”.

Nel “Cronichon” di Pietro Azario, segretario dei Visconti e storico (metà ho trovato un passo che suggerisce una diversa interpretazione, molto più festosa 
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Il racconto di Pietro Azario

Attorno a 1360 quando Pavia, la “poco pia” è dominata dalla famighia ghibellina dei Beccaria in particolare dai signori Fiorello e Castellino, mentre i Visconti appoggiano le famighie guelfe dei Cogognola e dei Sannazzaro

“Nè Dio nè i santi vi erano rispettati. Anzi feste, danze, catilene e strumenti musicali vi risuonavano dappertutto. Quando, secondo gli antichi costumi, era il momento delle veglie religiose, maschi e femmine si ritrovavano insieme per godere dei piaceri carnali. Ho pensato, a questo proposito di raccontarvi di un impresa attuata da un certo giovanotto di nome ...., per sollazzo, in un prato di Pavia, dove passavano tutti gli abitanti della città e dei dintorni. 
Fu piantato ed eretto un albero piuttosto grande nel prato di San Martino e il tronco ed i rami vennero forati. Nei fori dell'albero furono inserite certe cordicelle, che potevano essere tirate da una fossa nascosta, in modo da far agitare molti fallivdisposti sull'albero e sui suoi rami, realizzati da diverse forme: uno più grande e lungo dell'altro, erano di misura spropositata. Così si agitavano sui rami, al cospetto di tutta Pavia. 
E non solo donne e uomini pavesi, ma persino i cani accorrevano a vederli. Poi quel giovane fece venire diversi amici vestiti come donne sposate, vedove e religiose, ognuna con un bastone e un paniere. Si misero a battere a gara i rami dell'albero e a lanciare i loro bastoni, in modo da far cadere i simulacri fallici. Se ne cadeva uno piccolo, veniva riposto malvolentieri nel paniere. Se invece era grande, nasceva tra loro una contesa, e se era enorme arrivavano fino a strapparsi i capelli ed i vestiti. Dopo aver raccolto tutti i falli, nacque tra loro una disputa di gran lunga esagerata a proposito delle scherno di un fallo di brutto aspetto. 
Udite tali cose, Fra Jacopo Bussolaro, dell'Ordine di Sant'Agostino, eccellentisimo predicatore, iniziò a predicare il disprezzo del mondo.”

Bibliografia

Pietro Azario: Cronaca Lombarda e dei Visconti (Chronicon) ed. Liutprand
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