Versione 1 - 15/7/2010
Prologhi anti-marcioniti ai Vangeli
Si tratta di tre testi anonimi che fanno da introduzione a varie edizioni latine dei Vangeli, con l’eccezione del vangelo di Matteo. Per il Vangelo di Luca esiste anche un testo greco. I testi potrebbero essere del IV secolo eccetto la prima parte di quello di Luca che potrebbe essere del secondo secolo.
il prologo al vangelo di Marco testimonia che il testo è stato approvato da Pietro; quello al vangelo di Luca afferna trattarsi di una revisione di testi precedenti per dare un quadro chiaro ai gentili. e cita esplicitamente i vangeli di Marco e Matteo non escludendo, come altra fonte, il testo usato da Marcione. Il prologo afferma che Luca è anche l’autore degli Atti degli Apostoli.
Il prologo al vangelo di Giovanni dice esplicitamente che il quarto evangelista aveva l’obiettivo di completare quanto scritto negli altri vangeli ponendo enfasi a quanto è successo prima dell’arresto di Giovanni Battista. Il prologoinoltre esplicita come obiettivi del vangelo la opposizione a Certinto, gnostico adozionista, agli ebioniti, cristiano-giudaici, e a Marcione di cui sembra, sorprendentemente, citare un incontro con Giovanni.
Se la datazione al IV secolo è corretta i prologhi confermano la persistenza dell’eresia marcionita e la preoccupazione della Chiesa Cattolica.
il prologo al vangelo di Marco testimonia che il testo è stato approvato da Pietro; quello al vangelo di Luca afferna trattarsi di una revisione di testi precedenti per dare un quadro chiaro ai gentili. e cita esplicitamente i vangeli di Marco e Matteo non escludendo, come altra fonte, il testo usato da Marcione. Il prologo afferma che Luca è anche l’autore degli Atti degli Apostoli.
Il prologo al vangelo di Giovanni dice esplicitamente che il quarto evangelista aveva l’obiettivo di completare quanto scritto negli altri vangeli ponendo enfasi a quanto è successo prima dell’arresto di Giovanni Battista. Il prologoinoltre esplicita come obiettivi del vangelo la opposizione a Certinto, gnostico adozionista, agli ebioniti, cristiano-giudaici, e a Marcione di cui sembra, sorprendentemente, citare un incontro con Giovanni.
Se la datazione al IV secolo è corretta i prologhi confermano la persistenza dell’eresia marcionita e la preoccupazione della Chiesa Cattolica.
Bibliografia
- http://www.textexcavation.com/latinprologues.html
- Jürgen Regul, Die antimarcionitischen Evangelienprologe, pages 16, 29-35. H. Koester, Ancient Christian Gospels (Trinity 1990).
- http://www.religion-online.org/showchapter.asp?title=1116&C=1227
Prologo al Vangelo di Marco
Marcus adseruit, qui et colobodactylus est nominatus, ideo quod ad ceteram corporis proceritatem digitos minores habuisset. hic discipulus et1 interpres fuit Petri, 2aquem secutus est sicut ipsum audierat referentem. rogatus Romae a fratribus hoc breve evangelium in Italiae partibus scripsit. quod cum Petrus audisset, probavit ecclesiaeque legendum sua auctoritate firmavit. verum post discessum Petri assumpto hoc evangelio quod ipse confecerat, perrexit Aegyptum et primus Alexandriae episcopus ordinatus, Christum annuntians, constituit illic ecclessiam. tantae doctrinae et vitae continentiae fuit ut omnes sectatores Christi ad suum cogeret imitari exemplum.
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Marco, che fece questo (vangelo),era anche soprannominato colobodactylus (dita tozze ndr), perché aveva dita corte rispetto alla lunghezza del corpo. Egli era allievo e interprete di Pietro che egli aveva seguito da quando lo aveva sentito predicare. Quando è stato richiesto dai fratelli in Roma egli scrisse brevemente questo vangelo dalle parti dell'Italia. Quando Pietro seppe di questo lo approvò e lo confermò, con la sua autorità, per la lettura di questo da parte della Chiesa. Veramente dopo la sua dipartita (morte? Partenza? ndr) raggiunse l’Egitto, ordinato primo vescovo di Alessandria, annunciando Cristo e costituì lì una Chiesa. Egli fu di tale dottrina e continenza di vita da costringere tutti i seguaci di Cristo ad imitare il suo esempio.
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Prologo al Vangelo di Luca
Est quidem Lucas Antiochensis Syrus, arte medicus. ut eius scripta indicant, Greci sermonis non ignarus fuit.discipulus apostolorum, postea vero Paulum secutus est usque ad confessionem eius, serviens domino sine crimine, nam neque uxorem unquam habuit, neque filios procreavit. LXXXVIIII annorum obiit in Boeotia, plenus spiritu sancto. cui igitur cum iam descripta essent evangelia, per Mattheum quidem in Iudaea, per Marcum autem in Italia, sancto instigatus spiritu in Achaiae partibus hoc descripsit evangelium, quod non tantum ab apostolo didicerat, qui cum domino in carne non fuit, sed a ceteris apostolis magis, qui cum domino fuerunt,significans etiam ipse per principium ante suum alia esse descripta, sed et sibi maximam necessitatem incumbere Graecis fidelibus cum summa diligentia omnem dispositionem in narratione sua exponere, ne Iudaicis fabulis adtenti in solo legis desiderio tenerentur, nevel hereticis fabulis et stultis sollicitationibus seducti excederent a veritate, elaboraret. itaque perquam necessariam statim in principio sumpsit a Iohannis nativitate, quae est initium evangelii, praemissus domini nostri Iesu Christi, et fuit socius ad perfectionem populi, item inductionem baptismi, atque passionis socius. cuius profecto dispositionis exempli meminit Zacharias propheta, unus ex duodecim. et tamen postremo scripsit idem Lucas actus apostolorum; postmodum Iohannes evangelista descripsit primum apocalypsin in insula Pathmos, deinde evangelium in Asia.
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Il santo Luca era di Antiochia, siriano per razza e medico di professione. Come il suo scritto indica, egli non ignorava la parlata greca. Egli era un discepolo degli apostoli,e poi seguì Paolo fino alla sua confessione servendo il Signore senza peccato (crimine) poichè egli non prese moglie nè procreò figli. All’età di 89 anni (in greco 74) egli morì in Beozia, pieno di spirito santo. Egli, mentre i vangeli erano già stati scritti, quello secondo Matteo in Juidea e quello di Marco in Italia, istigato dallo Spirito Santo, scrisse il suo vangelio dalle parti dell’Acaia egli che era stato istruito non solo dall’apostolo (Paolo) che non era stato con il Signore quando era incarnato, ma anche dagli altri apostoli, che erano stati con il Signore. Perfino chiarendo questo egli stesso nella prefazione, che altri avevano scritto prima di lui e che era necessario che egli esponesse accuratamente per i fedeli gentili in modo ordinato tutti gli argomenti affinchè trattenuti (da favole giudaiche, siano interessate dal solo desiderio della legge (mosaica ndr) essi e nemmono, sedotti) da favole eretiche e da stupide sollecitazioni essi si allontanino dalla verità.
Di necessità quindi, immediatamente all’inizio noi sappiamo della nascita di Giovanni che è l’inizio del vangelo, il quale era il predecessore del nostro signore Gesù Cristo, e socio nel migliorare la gente e nel diffondere il battesimo e socio nella passione, il cui esempio nell’insegnamento dello spirito ricordò Zaccaria (o Malachia) il profeta, uno dei dodici. Ed invero dopo questo lo stesso Luca scrisse gli Atti degli Apostoli e più tardi Giovanni l’evangelista (o l’apostolo) scrisse prima l’apocalisse (la rivelazione) nell’ isola di Patmos e poi il Vangelo in Asia |
Prologo al Vangelo di Giovanni
Iohannes apostolus, quem dominus Iesus amavit plurimum, novissimus omnium scripsit hoc evangelium postulantibus Asiae episcopis adversus Cerinthum aliosque hereticos et maxime tunc Ebionitarum dogma consurgens, qui asserunt stultitiae suae pravitate, sic enim Ebionitae appellantur, Christum antequam de Maria nasceretur non fuisse nec natum ante saecula de deo patre. unde etiam conpulsus est divinam eius a patre nativitatem dicere. sed et aliam causam conscripti huius evangelii ferunt, quia, cum legisset Matthei, Marci, et Lucae de evangelio volumina, probaverit quidem textum historiae et vera eos dixisse firmaverit, sed unius tantum anni in quo et passus est post carcerem Iohannis historiam texuisse. praetermisso itaque anno cuius acta a tribus exposita fuerant, superioris temporis, antequam Iohannes clauderetur in carcere, gesta narravit, sicut manifestum esse poterit his qui quattuor evangeliorum volumina legerint diligenter.1b 2ahoc igitur evangelium post apocalypsin scriptum manifestum et datum2best ecclesiis in Asia3 a Iohanne adhuc in corpore constituto, sicut Papias nomine Hierapolitanus episcopus, discipulus Iohannis et carus, in exotericis suis, id est in extremis quinque libris retulit; 4aqui hoc evangelium Iohanne sibi dictante conscripsit.4b verum Marcion hereticus, cum ab eo fuisset inprobatus eo quod contraria sentiebat, abiectus5 est a Iohanne. hic vero scripta vel epistulas ad eum pertulerat a fratribus missas, qui in Ponto erant 6afideles in Christo Iesu domino nostro.
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Giovanni l’apostolo, colui che Gesù amava, ultimo di tutti scrisse, avendolo supplicato i vescovi dell’Asia, questo Vangelo contro Cerinto (secondo alcuni l'autore delle opere di Giovanni e gnostico adozionista ndr) ed altri eretici e specialmente per contrastare il dogma degli ebioniti, dove essi asserivano, per la depravazione della loro stupidità, da cui derivano il nome Ebioniti, che Cristo, prima di nascere da Maria, non esisteva e non era neppure nato prima dei tempi da Dio padre.
Egli inoltre era forzato a testimoniare la sua divina nascita dal padre. Ma essi avevano un altra motivazione a scrivere il vangelo, perché, dopo aver raccolto i volumi dei vangeli di Matteo, Marco e Luca egli in vero approvò il testo del racconto e affermò che essi avevano detto cose vere, che essi avevano riportato la storia di solo un anno, nel quale egli soffì anche dopo l’imprigionamento di Giovanni (Battista). Essendo stato omesso, quindi, nel quale gli atti dai tre erano esposti, egli narrò gli eventi del tempo precedente, prima che Giovanni fosse chiuso in prigione, proprio come può essere reso manifesto a coloro che leggono diligentemente i quattro volumi dei vangeli. Questo Vangelo quindi, fu scritto dopo l’Apocalisse, fu reso manifesto e dato alle chiese d’Asia da Giovanni, ancora vivente, come il vescovo di Ierapoli (Pamukkale), Papias di nome, discepolo di Giovanni e a lui caro, riportò nel suo “Esegesi”, in “extremis” cinque libri. Egli scrisse questo vangelo mentre Giovanni dettava. Veramente Marcione l’eretico, quando fu disapprovato da lui perchè supponeva cose contrarie, fu cacciato da Giovanni. Egli(Marcione ndr) in verità portò scritti o lettere mandate a lui dai fratelli che erano nel Ponto, fedeli in Gesù cristo nostro signore. |