Versione 1 - 28/1/2010
§26 La promozione di Guncel
Sede vacante all'arcivescovado di Spalato
[166-167]
A quel tempo il più vecchio membro del capitolo di Spalato era l'Arcidiacono Grupce, figlio di Prodan e Cataldo figlio di Forminio, assieme a pochi altri. Gli altri canonici seguivano questi uomini più rispettabili e con più esperienza. Ma questi due non erano ben disposti sull'argomento di trovare un nuovo vescovo, perché essi erano condizionati dai vincoli di una combattiva rivalità. Infatti essi abitualmente si dicevano a vicenda: “quanto più tranquilla e comoda sarà la nostra vita se la chiesa rimane come è, senza un pastore, piuttosto che qualcuno venga nominato che ci causi problemi e sia signore sopra noi”. Così quando veniva citata la possibilità di tenere una elezione, essi tacitavano i mormorii di disaffezione con abili manipolazioni. Quindi essi pretendevano che essi desideravano di eleggere qualcuno ed essi citavano alcuni tizi tra i nobili ungheresi. In fatti, essi erano non qualificati dalla loro età che impediva di eleggerli ad un così alto ufficio, ma essi mettevano avanti subdoli argomenti dicendo: ”Sarebbe a vantaggio della chiesa e della città se avremo tali nobili per proteggerci alla corte del re”. Quando a causa di questi disonesti ritardi il seggio di Spalato rimase vuoto per due anni. [sembra venga eletto Slavič (1217-1219) CD 3:164,170,172 – una lettera di Onorio III (1220) al capitolo cita 6 arcivescovi eletti che hanno rifiutato il seggio perchè troppo povero CD 3:182]. Un diacono di nome Pietro [dopo il 1220] divenne molto curioso e impaziente. Poichè egli veniva da una umile famiglia non osava opporsi all'arcidiacono e ai suoi complici pubblicamente o di opporsi ai loro piani apertamente. Non ostante questo, egli era molto preoccupato e dispiaciuto non solo perchè la chiesa non aveva un pastore, ma perchè, come si diceva, gli anziani su citati deviavano il reddito della chiesa per i loro usi privati.
A quel tempo il più vecchio membro del capitolo di Spalato era l'Arcidiacono Grupce, figlio di Prodan e Cataldo figlio di Forminio, assieme a pochi altri. Gli altri canonici seguivano questi uomini più rispettabili e con più esperienza. Ma questi due non erano ben disposti sull'argomento di trovare un nuovo vescovo, perché essi erano condizionati dai vincoli di una combattiva rivalità. Infatti essi abitualmente si dicevano a vicenda: “quanto più tranquilla e comoda sarà la nostra vita se la chiesa rimane come è, senza un pastore, piuttosto che qualcuno venga nominato che ci causi problemi e sia signore sopra noi”. Così quando veniva citata la possibilità di tenere una elezione, essi tacitavano i mormorii di disaffezione con abili manipolazioni. Quindi essi pretendevano che essi desideravano di eleggere qualcuno ed essi citavano alcuni tizi tra i nobili ungheresi. In fatti, essi erano non qualificati dalla loro età che impediva di eleggerli ad un così alto ufficio, ma essi mettevano avanti subdoli argomenti dicendo: ”Sarebbe a vantaggio della chiesa e della città se avremo tali nobili per proteggerci alla corte del re”. Quando a causa di questi disonesti ritardi il seggio di Spalato rimase vuoto per due anni. [sembra venga eletto Slavič (1217-1219) CD 3:164,170,172 – una lettera di Onorio III (1220) al capitolo cita 6 arcivescovi eletti che hanno rifiutato il seggio perchè troppo povero CD 3:182]. Un diacono di nome Pietro [dopo il 1220] divenne molto curioso e impaziente. Poichè egli veniva da una umile famiglia non osava opporsi all'arcidiacono e ai suoi complici pubblicamente o di opporsi ai loro piani apertamente. Non ostante questo, egli era molto preoccupato e dispiaciuto non solo perchè la chiesa non aveva un pastore, ma perchè, come si diceva, gli anziani su citati deviavano il reddito della chiesa per i loro usi privati.
L'elezione di Guncel
Vi era comunque un clerico ungherese di nome Guncel, figlio di Cornelio, di nobile famiglia ma che mancava di forza di carattere. Siccome egli era allora avanzato negli anni, egli non era capace di tenere alcun alto ufficio in Ungheria, ma invece, dopo che aveva preso i simboli crociati, egli fu nominato rettore di una certa chiesa di Santo Stefano, il Re.
[168-169]
Quindi, siccome la chiesa di Spalato era rimasta senza pastore da lungo tempo, questo Guncel cominciò a premere intensamente per essere eletto vescovo. Accadde che un certo Ban Gyula [di Kan, fù ban di Slavonia (1219), conte palatino (1222-1226) e ban di tutta la Slavonia (1229-1234)], un parente di Guncel, scrisse una lunga lettera al clero ed al popolo di Spalato raccomandando Guncel e premendo per la sua elezione e allo stesso tempo prometteva la sua dedizione e amore. Allora Pietro il diacono, che era molto eloquente scoprì questa opportunità e andò dicendo tra clero e laici, lodando Guncel per la sua abilità, il suo carattere e le sue conoscenze – cosa i cui egli stesso non aveva informazioni certe. Ma, per contrastare i piani degli anziani, egli si impegnò in tutti i modi per ottenere l'elezione di Guncel. A quel tempo nella città di Spalato c'era Domald [conte di Sidraga, Cetina e Sebenico e di Spalato da prima del 1207 al 1221], un uomo di grande prudenza e visione. Egli conoceva bene Guncel ed era capace di stabilire la verità su di lui – infatti per l'incostanza del suo comportamento egli non era adatto a coprire un ufficio così importante. Inoltre molti altri rilasciarono un giudizio simile su di lui; ma Pietro, deciso e volubile, rifiutò il loro argomenti. E sebbene non mancassero persone nella chiesa di Spalato e da altre parti, che potessero, con meno urgenza e con richiesta più adeguata, essere promossi a tale alto ufficio, ciò non ostante i disinformati erano distratti dalla serie di vuote discusioni. Essi ritengono inadeguti quelli che conoscono e immaginano che persone che non conoscono possano fare miracoli. E ancora altri sono così consumati dall'invidia che essi stessi non sanno controllarla e si oppongono a quelli che sono adatti poichè essi giudicano il successo di altri come un loro fallimento.
[170-171]
Così, per la pressione dei laici, tutti i chierici furono persuasi di tenere una elezione; mentre l'arcidiacono [Tommaso] e i suoi sostenitori rifiutavano il loro consenso. Ma, con il malumore popolare prossimo ad una esplicita rivolta, essi accettarono alla fine con grande riluttanza. Poi due, tre giorni prima di quando si doveva tenere l'elezione uno degli uomini che lavorava con Pietro ebbe una visione nella quale vide il pulpito della chiesa caduto e il seggio arcipiscopale rovesciato. Quando chiese a Pietro che cosa significasse, quest'ultimo rispose: ”al momento non lo sappiamo, ma un giorno tu lo saprai”. Sebbene questa visione non augurasse una lieta conclusione, la vergognosa impresa andò avanti fino all'elezione, che fu organizzata e fatta. Poi essi mandarono il diacono Vukas da Guncel per annunciarli che la sua elezione era stata decisa all'unanimità in suo favore e di chiederli di venire alla chiesa di Spalato senza ritardo.
[168-169]
Quindi, siccome la chiesa di Spalato era rimasta senza pastore da lungo tempo, questo Guncel cominciò a premere intensamente per essere eletto vescovo. Accadde che un certo Ban Gyula [di Kan, fù ban di Slavonia (1219), conte palatino (1222-1226) e ban di tutta la Slavonia (1229-1234)], un parente di Guncel, scrisse una lunga lettera al clero ed al popolo di Spalato raccomandando Guncel e premendo per la sua elezione e allo stesso tempo prometteva la sua dedizione e amore. Allora Pietro il diacono, che era molto eloquente scoprì questa opportunità e andò dicendo tra clero e laici, lodando Guncel per la sua abilità, il suo carattere e le sue conoscenze – cosa i cui egli stesso non aveva informazioni certe. Ma, per contrastare i piani degli anziani, egli si impegnò in tutti i modi per ottenere l'elezione di Guncel. A quel tempo nella città di Spalato c'era Domald [conte di Sidraga, Cetina e Sebenico e di Spalato da prima del 1207 al 1221], un uomo di grande prudenza e visione. Egli conoceva bene Guncel ed era capace di stabilire la verità su di lui – infatti per l'incostanza del suo comportamento egli non era adatto a coprire un ufficio così importante. Inoltre molti altri rilasciarono un giudizio simile su di lui; ma Pietro, deciso e volubile, rifiutò il loro argomenti. E sebbene non mancassero persone nella chiesa di Spalato e da altre parti, che potessero, con meno urgenza e con richiesta più adeguata, essere promossi a tale alto ufficio, ciò non ostante i disinformati erano distratti dalla serie di vuote discusioni. Essi ritengono inadeguti quelli che conoscono e immaginano che persone che non conoscono possano fare miracoli. E ancora altri sono così consumati dall'invidia che essi stessi non sanno controllarla e si oppongono a quelli che sono adatti poichè essi giudicano il successo di altri come un loro fallimento.
[170-171]
Così, per la pressione dei laici, tutti i chierici furono persuasi di tenere una elezione; mentre l'arcidiacono [Tommaso] e i suoi sostenitori rifiutavano il loro consenso. Ma, con il malumore popolare prossimo ad una esplicita rivolta, essi accettarono alla fine con grande riluttanza. Poi due, tre giorni prima di quando si doveva tenere l'elezione uno degli uomini che lavorava con Pietro ebbe una visione nella quale vide il pulpito della chiesa caduto e il seggio arcipiscopale rovesciato. Quando chiese a Pietro che cosa significasse, quest'ultimo rispose: ”al momento non lo sappiamo, ma un giorno tu lo saprai”. Sebbene questa visione non augurasse una lieta conclusione, la vergognosa impresa andò avanti fino all'elezione, che fu organizzata e fatta. Poi essi mandarono il diacono Vukas da Guncel per annunciarli che la sua elezione era stata decisa all'unanimità in suo favore e di chiederli di venire alla chiesa di Spalato senza ritardo.
Dubbi su Guncel
Quando la legazione arrivò Guncel era gioioso e immediatamente mandò un messaggero al Papa per domandargli la conferma della sua elezione. Nel frattempo egli partì per Spalato. Ora siccome era piuttosto ignorante, l'incentivo dell'ambizione lo guidò senza sosta; a metà del suo viaggio egli si fermò alla casa dei Templari di Vrana e alla vigilia di Pentecoste si fece ordinare diacono da Grupce, il vescovo di Nim, che stava viaggiando con lui dall'Ungheria. Quando arrivò in città egli fu ricevuto con ogni onore da ciascuno. Comunque, dopo che era stato li per poco tempo, divenne chiaro a tutti come inconsistenti fossero le sue parole ed il suo carattere. Ognuno fu da lui deluso e giunto a tardo pentimento essi cominciarono a cercare come poter liberarsi di lui. Cosi accadde che egli fosse ritenuto di riguardo quando era straniero e fu detestato quando essi lo conobbero; essi avevano dato i loro cuori quando non lo avevano visto, e dopo averlo visto desideravano la sua caduta. Ciò non ostante Guncel ricevette la conferma e ottenne il permesso di essere consacrato in Ungheria, papa Onorio infatti mandò la sua autorizzazione ed istruì il vescovo
[172-173]
Robert di Veszprem di esaminare attentamente sia la persona del candidato che la procedura di elezione; se non c'erano impedimenti canonici egli avrebbe dovuto concedere a Guncel il dono della consacrazione. Ora Robert era uomo posato e pio; ma nel ricevere il mandato papale egli non indagò a approfonditamente le circostanze che devono essere investigate in queste procedure. Così senza difficoltà ulteriori Robert concesse la consacrazione a Guncel e lo incaricò di presentarsi al Papa per ricevere il palium. Comunque, dopo essere stato consacrato, Guncel venne alla sua chiesa e prontamente cominciò ad esercitare la sua autorità episcopale. Anche se egli non possedeva ancora il palium, egli consacrò chiese, tenne tutti i riti e in tutti gli argomenti si comportava da arcivescovo.
[172-173]
Robert di Veszprem di esaminare attentamente sia la persona del candidato che la procedura di elezione; se non c'erano impedimenti canonici egli avrebbe dovuto concedere a Guncel il dono della consacrazione. Ora Robert era uomo posato e pio; ma nel ricevere il mandato papale egli non indagò a approfonditamente le circostanze che devono essere investigate in queste procedure. Così senza difficoltà ulteriori Robert concesse la consacrazione a Guncel e lo incaricò di presentarsi al Papa per ricevere il palium. Comunque, dopo essere stato consacrato, Guncel venne alla sua chiesa e prontamente cominciò ad esercitare la sua autorità episcopale. Anche se egli non possedeva ancora il palium, egli consacrò chiese, tenne tutti i riti e in tutti gli argomenti si comportava da arcivescovo.
Aconzio legato papale, attacco ad Omis
A questo punto il papa incaricà un apocrisario [ambasciatore] di nome Aconzio, nato a Viterbo, cappellano di curia, un uomo buono e prudente. Egli mandò lui per trattare alcune situazioni difficili in tutta l'Ungheria e diede disposizioni perchè scendesse in Dalmazia e prendesse misure per fermare le predazioni dei pirati di Omis [Omissa tra Spalato e Makarska]. Ora Aconzio non era autorizzato ad agire come legato, ma egli era molto preoccupato di correggere molti abusi tra il clero e la gente: quindi, mentre era a Spalato, egli mandò suoi messaggeri alla curia papale per ottenere la piena autorità di legato. I messaggeri partirono e Aconzio attese nella città di Spalato il loro ritorno. Quindi egli vide l'inesperienza e l'ignoranza dell'arcivescovo e sentì grande pietà per la chiesa di Spalato che era retta da un pastore insolente, smodato e privo di tatto. Inoltre Aconzio spesso lo mise in avviso, ma l'arcivescovo, come un asino selvatico uso ai luoghi selvaggi, non dava attenzione nè ad Aconzio nè ai suoi avvisi.
[174- 175]
Nel frattempo ritornarono i messaggeri dalla curia portando ad Aconzio il pieno incarico come legato [dicembre 1221, mandato del papa ad Aconzio per procedere contro i bosniaci]. Allora Aconzio, supportato dall'autorità della Santa Sede, iniziò a correggere molte cose tra il clero e la popolazione e infuse nuovo zelo nella chiesa. Ad esempio cacciò tutte le concubine dei preti. una irregolarità che l'arcivescovo non si era preoccupato di correggere come necessario. Inoltre egli chiamò per tutta la Dalmazia e la Croazia di venire in suo aiuto contro eretici e pirati garantendo indulgenze a tutti coloro che, infiammati dall'amore di Dio, si impegnassero di persona o venissero incontro alle spese per giungere alla loro distruzione. Egli mise assieme una grande forza con navi e cavalleria e iniziò ad attaccarli da tutte le parti. Egli perseguitò gli uomini di Osmis per terra e per mare fino a stremarli e a cessare ogni speranza di ulteriore resistenza. Allora essi vennero e si gettarono ai piedi del legato umilmente chiedendo pace e pietà e promettendo di emendarsi e di rispettare tutti i suoi ordini e desideri. Il legato li ricevette con generosità, li obbligò a bruciare tutte le loro navi pirata e di promettere, sotto, giuramento, di cessare tutti gli attacchi ai cristiani. Fù a quel punto che l'arcivescovo Guncel mandò alla cattedra di Roma la richiesta del palium. Immediatamente il legato mandò una lettera e messaggeri al papa con una relazione delle trasgressioni dell'arcivescovo. Così il papa mandò il palium al legato e lo incaricò di procedere come riteneva corretto e giusto nel caso dell'arcivescovo.
[176-177]
Nel ricevere le istruzioni papali il legato affidò il palium, per sicurezza, all'abate di Rogovo [dell'abazia di SS Cosma e Damiano, fondata prima a Biograd, come San Giovanni Evangelista nel 1060, poi spostata a Cokovac sulla vivina isola di Pasman dove esiste tuttora ]. Nel frattempo egli sospese l'arcivescovo da tutti i doveri pastorali e gli ordinò di presentarsi davanti al Papa per rispondere delle sua trasgressioni. Allora il arcivescovo lasciò la curia afflitto e addolorato. Egli era accompagnato dal diacono Vita, che fu poi primacerio, e dal diacono Pietro, il nipote di Murigio. Vukas fu incaricato di parlare contro di lui. Pochi dei canonici presero il partito del vescovo. La maggioranza ed i più anziani erano contro di lui. L'arcivescovo arrivò a Roma e si buttò ai piedi di papa Onorio, esprimendo patetiche lamentele per gli attacchi del legato. Ma quando il papa fu pienamente informato su tutti gli eccessi dell'arcivescono e iniziò a rimproverarlo molto duramente per la sua arroganza e precipitazione. L'arcivescovo da parte sua fece del suo meglio per scusarsi, addossando la colpa a Robert che lo aveva consacrato, sostenendo che dal suo mandato egli aveva capito di dover esercitare i diritti pontifici e funzioni prima di aver ricevuto il palium. Ma il papa, in verità, non gli credette. Quasi tutti i cardinali erano contro di lui, così che difficilmente osava apparire davanti a loro. Per quanto riguarda i canonici che lo accompagnano, quando essi si accorsero che il caso dell'arcivescovo era estremamente grave e che la lettera di deposizione era già stata scritta contro di lui lo abbandonarono alla curia e ritornarono a casa. Guncel comunque restò e pregò implorante di essere trattato con misericordia per le sue trasgressioni. Tanta era l'insistenza delle sue richieste, così infaticabile il suo sforzo, che la precedente sentenza fu revocata ed nè fu redatta una più mite: egli doveva essere sospeso per due anni, a dopo, per misericordia della Santa Sede tutto gli sarebbe stato restituito. Ed è invero quanto avvenne.
[174- 175]
Nel frattempo ritornarono i messaggeri dalla curia portando ad Aconzio il pieno incarico come legato [dicembre 1221, mandato del papa ad Aconzio per procedere contro i bosniaci]. Allora Aconzio, supportato dall'autorità della Santa Sede, iniziò a correggere molte cose tra il clero e la popolazione e infuse nuovo zelo nella chiesa. Ad esempio cacciò tutte le concubine dei preti. una irregolarità che l'arcivescovo non si era preoccupato di correggere come necessario. Inoltre egli chiamò per tutta la Dalmazia e la Croazia di venire in suo aiuto contro eretici e pirati garantendo indulgenze a tutti coloro che, infiammati dall'amore di Dio, si impegnassero di persona o venissero incontro alle spese per giungere alla loro distruzione. Egli mise assieme una grande forza con navi e cavalleria e iniziò ad attaccarli da tutte le parti. Egli perseguitò gli uomini di Osmis per terra e per mare fino a stremarli e a cessare ogni speranza di ulteriore resistenza. Allora essi vennero e si gettarono ai piedi del legato umilmente chiedendo pace e pietà e promettendo di emendarsi e di rispettare tutti i suoi ordini e desideri. Il legato li ricevette con generosità, li obbligò a bruciare tutte le loro navi pirata e di promettere, sotto, giuramento, di cessare tutti gli attacchi ai cristiani. Fù a quel punto che l'arcivescovo Guncel mandò alla cattedra di Roma la richiesta del palium. Immediatamente il legato mandò una lettera e messaggeri al papa con una relazione delle trasgressioni dell'arcivescovo. Così il papa mandò il palium al legato e lo incaricò di procedere come riteneva corretto e giusto nel caso dell'arcivescovo.
[176-177]
Nel ricevere le istruzioni papali il legato affidò il palium, per sicurezza, all'abate di Rogovo [dell'abazia di SS Cosma e Damiano, fondata prima a Biograd, come San Giovanni Evangelista nel 1060, poi spostata a Cokovac sulla vivina isola di Pasman dove esiste tuttora ]. Nel frattempo egli sospese l'arcivescovo da tutti i doveri pastorali e gli ordinò di presentarsi davanti al Papa per rispondere delle sua trasgressioni. Allora il arcivescovo lasciò la curia afflitto e addolorato. Egli era accompagnato dal diacono Vita, che fu poi primacerio, e dal diacono Pietro, il nipote di Murigio. Vukas fu incaricato di parlare contro di lui. Pochi dei canonici presero il partito del vescovo. La maggioranza ed i più anziani erano contro di lui. L'arcivescovo arrivò a Roma e si buttò ai piedi di papa Onorio, esprimendo patetiche lamentele per gli attacchi del legato. Ma quando il papa fu pienamente informato su tutti gli eccessi dell'arcivescono e iniziò a rimproverarlo molto duramente per la sua arroganza e precipitazione. L'arcivescovo da parte sua fece del suo meglio per scusarsi, addossando la colpa a Robert che lo aveva consacrato, sostenendo che dal suo mandato egli aveva capito di dover esercitare i diritti pontifici e funzioni prima di aver ricevuto il palium. Ma il papa, in verità, non gli credette. Quasi tutti i cardinali erano contro di lui, così che difficilmente osava apparire davanti a loro. Per quanto riguarda i canonici che lo accompagnano, quando essi si accorsero che il caso dell'arcivescovo era estremamente grave e che la lettera di deposizione era già stata scritta contro di lui lo abbandonarono alla curia e ritornarono a casa. Guncel comunque restò e pregò implorante di essere trattato con misericordia per le sue trasgressioni. Tanta era l'insistenza delle sue richieste, così infaticabile il suo sforzo, che la precedente sentenza fu revocata ed nè fu redatta una più mite: egli doveva essere sospeso per due anni, a dopo, per misericordia della Santa Sede tutto gli sarebbe stato restituito. Ed è invero quanto avvenne.
Aconzio in Bosnia, incontro con San Francesco a Bologna
Nel frattempo il legato Aconzio partì per la Bosnia per combattere gli eretici e faticò lì per lungo tempo per rafforzare la fede cattolica. [CD 3:198 nel 1221 Innocenzo III da mandato a Aconzio di procedere contro eretici e pirati in Bosnia, dalla lettera del papa all'arcivescovo Giovanni di Esztergom]. Nello stesso periodo accadde un grande e terrificante terremoto. Esso colpì nel giorno di Natale, circa alla terza ora ,attraverso Liguria, Emilia e la marca di Venezia, e fu così violenta che molto edifici furono abbattuti.
[178-179]
Invero la maggior parte della città di Brescia fu atterrata e un gran numero di persone, specialmente eretiche, furono squassate e uccise.[1222]
Nello stesso anno, nel giorno dell'Assunzione della Beata Vergine [15 agosto 1222], quando stavo studiando a Bologna, ho visto San Francesco [1182-1226] che predicava nella piazza di fronte al municipio e la maggior parte della città era raccolta lì. Il suo sermone iniziò sull'argomento “angeli, uomini, demoni”. Su questi spiriti razionali, in vero, egli predicò così bene e così intelligentemente che molti uomini istruiti che erano presenti si meravigliarono non poco alle parole di questo uomo semplice. Tuttavia egli non aveva lo stile del predicatore, perchè il parlare era aperto e spontaneo, per tutti. Tutto il soggetto delle sue parole fù a lungo il soggetto di estinguere le inimicizie e ristabilire i legami di pace. Il suo abito era misero, la sua apparenza normale, la sua faccia sgradevole ma Dio aveva concesso tanto effetto alla sue parole che molti clan di nobili ritornarono a più pacifiche comportamenti malgrado tra loro la furia selvaggia da antichi nemici aveva imperversato furiosamente, con grande effusione di sangue,. Infatti la venerazione e la devozione che la gente aveva per lui era così grande che uomini e donne correvano ad affollarsi attorno a lui, lottando per toccare il bordo del suo vestito o strappare un lembo del suo straccio.
[178-179]
Invero la maggior parte della città di Brescia fu atterrata e un gran numero di persone, specialmente eretiche, furono squassate e uccise.[1222]
Nello stesso anno, nel giorno dell'Assunzione della Beata Vergine [15 agosto 1222], quando stavo studiando a Bologna, ho visto San Francesco [1182-1226] che predicava nella piazza di fronte al municipio e la maggior parte della città era raccolta lì. Il suo sermone iniziò sull'argomento “angeli, uomini, demoni”. Su questi spiriti razionali, in vero, egli predicò così bene e così intelligentemente che molti uomini istruiti che erano presenti si meravigliarono non poco alle parole di questo uomo semplice. Tuttavia egli non aveva lo stile del predicatore, perchè il parlare era aperto e spontaneo, per tutti. Tutto il soggetto delle sue parole fù a lungo il soggetto di estinguere le inimicizie e ristabilire i legami di pace. Il suo abito era misero, la sua apparenza normale, la sua faccia sgradevole ma Dio aveva concesso tanto effetto alla sue parole che molti clan di nobili ritornarono a più pacifiche comportamenti malgrado tra loro la furia selvaggia da antichi nemici aveva imperversato furiosamente, con grande effusione di sangue,. Infatti la venerazione e la devozione che la gente aveva per lui era così grande che uomini e donne correvano ad affollarsi attorno a lui, lottando per toccare il bordo del suo vestito o strappare un lembo del suo straccio.
Ritorno di Guncel
Ma per tornare al nostro precedente soggetto. Passati i due anni di castigo, Guncel ritornò alla sua chiesa. Egli mandò un messaggio alla curia e il palium che Aconzio avera trattenuto gli fu restituito [1223]. Di conseguenza l'arcivescovo guardava con occhi ostili tutti i canonici che si erano opposti a lui.
[180-181]
A quel tempo morì l'arcidiacono Grupce. Al suo posto i canonici elessero Cataldo, elevandolo alla carica in assenza dell'arcivescovo. Quando l'arcivescovo ritornò, comunque, egli era molto indignato dell'avanzamento dato a Cataldo; in vero, Cataldo non riuscì mai ad ottenere la conferma della sua carica. Comunque, a quel tempo Cataldo che era molto vecchio, non passarono pienamente due anni che egli morì.
[180-181]
A quel tempo morì l'arcidiacono Grupce. Al suo posto i canonici elessero Cataldo, elevandolo alla carica in assenza dell'arcivescovo. Quando l'arcivescovo ritornò, comunque, egli era molto indignato dell'avanzamento dato a Cataldo; in vero, Cataldo non riuscì mai ad ottenere la conferma della sua carica. Comunque, a quel tempo Cataldo che era molto vecchio, non passarono pienamente due anni che egli morì.