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Il sostenitore di Simone di Monfort

 Pietro di Vaux de Cernay era un giovane frate al seguito dello zio abate di Vaux de Cernay, abazia vicina a Parigi e legata alla famiglia di Simone di Monfort, che assieme al fratello Guy, Enguerrand di Boves e Simon di Neauphle partecipa alla crociata. La cronache della IV crociata è contenuta nella dettagliata cronaca delle azioni di questo gruppo di baroni alla guida della crociata degli albigesi.

 Il  testo che riguarda Zara è il seguente:

I veneziani...... sfruttando l'occasione che si era creata, indussero i pellegrini ad unirsi a loro per attaccare una città cristiana che apparteneva al re di Ungheria ed era chiamata Zara. Quando i crociati raggiunsero la città, essi misero il campo vicino alle mura, seguendo le normali pratiche

delle forze assedianti.

Comunque il conte di Monfort e l'abate di Vaux de Cerney rifiutarono di seguire la multitudine per fare il male ed unirsi all'assedio, ma si accamparono a qualche distanza dalla città. Nel frattempo il Papa mandò una lettera a tutti i crociati ordinando loro, sotto minaccia di ritirare le indulgenze per i loro peccati, di non fare alcun danno alla città di Zara. Un certo giorno, l'abate di Vaux de Cerney leggeva questa lettera ai nobili dell'armata riuniti e i Veneziani desideravano ucciderlo.

Il conte di Monfort si alzò e andò al centro della riunione, affrontò i Veneziani e impedì loro dall'uccidere l'Abate. Il nobile conte allora si rivolse ai cittadini di Zara, che erano venuti per un incontro per cercare la pace, davanti a tutti i baroni, e disse: io non sono venuto qui per distruggere cristiani, non farò torti, e qualsiasi cosa gli altri possano fare, vi assicuro che non riceverete danno da me e dai miei.

Così parlò questo uomo valente e si allontanò con i suoi seguaci dal luogo della riunione.
Non mi dilungherò, i baroni dell'armata scelsero di non seguire le istruzioni del Papa. Ma accerchiarono e distrussero al città; i disgraziati furono comprensibilmente scomunicati dal Papa con una seconda lettera. Io stesso ero presente a questi eventi e quindi testimonio per la verità di questa relazione; in vero ho visto e letto la lettera del Papa che trattava della scomunica.


Il nobile conte rifiutò di seguire le opinioni della maggioranza e allontanati dalla via della verità; lasciando la compagnia dei peccatori, egli si avviò per un pericoloso e costoso viaggio attraverso terre deserte dove non c'erano strade, fino a che dopo molte difficoltà e incredibili sofferenze egli giunse a Barletta, una significativa città della Puglia. Lì affittò delle navi, si imbarcò e godette un passaggio senza problemi all'Otremer. Rimase lì per un anno o più e ottenne numerosi successi contro i pagani.

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