La repubblica di Dubrovnik
Dubrovnik svolge nell'area, per quanto riguarda l'eresia, un ruolo indiretto ma significativo. Città marinara e capace di gestire importanti traffici commerciali, tra cui l'argento delle miniere bosniache, dopo la ritirata dei bizantini, dal 1180 entra in conflitto con i Nemania di Serbia che attaccano prima Curzola e poi la città. I Nemania non ottengono successi decisivi e nel 1186 Dubrovnik risulta sotto la sovranità del normanno Guglielmo, re di Sicilia, in occasione del trattato di pace, trattato che include vari diritti commerciali per i mercanti di Dubrovnik. Il conflitto con i signori di Zeta (Montenegro) ha anche un aspetto religioso in quanto gli zupan cercano di togliere dal controllo dell'arcivescovo di Dubrovnik, il vescovo cattolico di Bar. L'accordo commerciale con Kulin del 1189 è il primo testo bosniaco conservatosi [Fin2]; la politica di accordi commerciali tra Dubrovnik e la Bosnia è rispettata per tutto il periodo preso in considerazione. La segnalazione di Vukan al Papa (1199) circa la protezione degli eretici da parte di Kulin sottintende anche la trascuratezza degli arcivescovi di Dubrovnik nel gestire il vescovo di Bosnia. Tra l'arcivescovo di Dubrovnik e quello di Spalato il contenzioso riguarda il controllo del vescovo di Bosnia. Il vescovo di Bosnia, di cui non si cita mai la sede, dovrebbe dipendere dall'Arcivescovo di Spalato dopo il 1192 [ Fin1 p111] in quanto la Bosnia è formalmente ungherese, invece il vescovo eletto in Bosnia va per tradizione dall'arcivescovo di Dubrovnik per essere confermato.
Le informazioni sull'arcivescovado di Dubrovnik sono scarse, è anche incerta la successione dei vescovi. Del vescovo Bernardo I° (prima del 1189-1194) sappiamo che circa nel 1194 visita la Bosnia invitato da Ban Kulin e accolto con grandi onori, che consacra due chiese in Bosnia e la chiesa dei SS. Cosma e Damiano in Hum, inoltre ordina il vescovo di Bosnia Radigost che non conosce il latino ma giura fedeltà alla Chiesa [Fin1]. Qualcosa non quadra: i Catari rifiutavano ostinatamente di giurare. Alcuni individuano un vescovo Salvio I (circa 1191), probabilmente mai esistito secondo il Codex diplomaticus regni Croatiae, Dalmatiae et Slavoniae, mentre Farlati identifica un Gausono (1194-1197) ma certo solo nel 1197.
Il successore, Bernardo II°, ordina probabilmente Daniele vescovo di Bosnia poi scomunicato perché protettore di eretici. Nel 1200 Bernardo fugge da Dubrovnik e va in Inghilterra dove diventa vescovo a Carlisle1 al confine con la Scozia. Nel 1203 Innocenzo III° concede al capitolo di Dubrovnik di eleggere un nuovo arcivescovo [Reg. 5:XVII]. Si sa che Bernardo era in grave rischio per la vita, sono ignote le motivazioni, certo Innocenzo non riuscì a convincerlo a tornare e nel periodo della IV° Crociata anche Dubrovnik, come Zara, non aveva un arcivescovo.
Dal 1204 fino la 1358 Dubrovnik è sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Anche se dopo il 1202 il vescovo di Bosnia dovrebbe dipendere da Spalato il vescovo di Dubrovnik Leonardo (prima del 1206-1217), nel periodo veneziano, forse consacra prima il vescovo di Bosnia Dragonia (1206-1212) e poi Brotoslaw (1212-1232) [Vel], quello cacciato da Ponsa. Entrambe vescovi di Bosnia secondo la cronaca Resti [Fin1 p121] ed ebbero serie difficoltà con la popolazione locale, ma non sono registrati come vescovi cattolici da Farlati.
La dipendenza della diocesi di Bosnia da Dubrovnik viene riaffermata nel 1222 da Onorio III quando invita il Capitolo di eleggere un arcivescovo per appoggiare Aconzio della sua azione contro Omis ed anche da Gregorio IX nel 1227. [Fin1 p122]
1English Episcopal Acta: Carlisle 1133-1292 - David Michael Smith
Le informazioni sull'arcivescovado di Dubrovnik sono scarse, è anche incerta la successione dei vescovi. Del vescovo Bernardo I° (prima del 1189-1194) sappiamo che circa nel 1194 visita la Bosnia invitato da Ban Kulin e accolto con grandi onori, che consacra due chiese in Bosnia e la chiesa dei SS. Cosma e Damiano in Hum, inoltre ordina il vescovo di Bosnia Radigost che non conosce il latino ma giura fedeltà alla Chiesa [Fin1]. Qualcosa non quadra: i Catari rifiutavano ostinatamente di giurare. Alcuni individuano un vescovo Salvio I (circa 1191), probabilmente mai esistito secondo il Codex diplomaticus regni Croatiae, Dalmatiae et Slavoniae, mentre Farlati identifica un Gausono (1194-1197) ma certo solo nel 1197.
Il successore, Bernardo II°, ordina probabilmente Daniele vescovo di Bosnia poi scomunicato perché protettore di eretici. Nel 1200 Bernardo fugge da Dubrovnik e va in Inghilterra dove diventa vescovo a Carlisle1 al confine con la Scozia. Nel 1203 Innocenzo III° concede al capitolo di Dubrovnik di eleggere un nuovo arcivescovo [Reg. 5:XVII]. Si sa che Bernardo era in grave rischio per la vita, sono ignote le motivazioni, certo Innocenzo non riuscì a convincerlo a tornare e nel periodo della IV° Crociata anche Dubrovnik, come Zara, non aveva un arcivescovo.
Dal 1204 fino la 1358 Dubrovnik è sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Anche se dopo il 1202 il vescovo di Bosnia dovrebbe dipendere da Spalato il vescovo di Dubrovnik Leonardo (prima del 1206-1217), nel periodo veneziano, forse consacra prima il vescovo di Bosnia Dragonia (1206-1212) e poi Brotoslaw (1212-1232) [Vel], quello cacciato da Ponsa. Entrambe vescovi di Bosnia secondo la cronaca Resti [Fin1 p121] ed ebbero serie difficoltà con la popolazione locale, ma non sono registrati come vescovi cattolici da Farlati.
La dipendenza della diocesi di Bosnia da Dubrovnik viene riaffermata nel 1222 da Onorio III quando invita il Capitolo di eleggere un arcivescovo per appoggiare Aconzio della sua azione contro Omis ed anche da Gregorio IX nel 1227. [Fin1 p122]
1English Episcopal Acta: Carlisle 1133-1292 - David Michael Smith