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L'impero bizantino

 L'impero bizantino [Ost] conosce sotto la dinastia degli imperatori Comneni una significativa rinascita. Manuele I° Comneno interviene militarmente (1160) nel Balcani occidentali ed estende il controllo bizantino sulle città della costa dalmata fino a Signa togliendole agli ungheresi e questo fino alla morte, nel 1180. I Veneziani controllano Zara e alcune isole dalmate importanti per i loro traffici.

La politica di Bisanzio verso Venezia è conflittuale e prevede accordi con Pisa, Genova e Amalfi che danno ai loro mercanti diritti commerciali sino ad allora riconosciuti solo ai veneziani. Nel 1171, a seguito di disordini veneziani contro il quartiere genovese di Galata, i veneziani, a migliaia, vengono arrestati. La reazione di Venezia vede una disgraziata spedizione guidata dal doge Vitale I° Michiel, costituita da 150 navi. La peste a bordo impedì alla flotta di costituire una efficace minaccia. Venezia non ottenne concessioni ed il doge al ritorno, per la sconfitta e per la peste, viene linciato dalla folla.

Alla morte dell'imperatore Manuele la Dalmazia viene ripresa dagli ungheresi guidati da re Bela III° e la Bosnia si comporta come una regione autonoma, solo formalmente memore della dipendenza dall'Ungheria. Termina così l'unico breve periodo di presenza bizantina in Dalmazia e Bosnia: periodo troppo breve per una influenza culturale dei greci nell'area. Oltretutto la presenza bizantina in Bosnia è stata probabilmente del tutto formale.

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Alla morte di Manuele I° dovrebbe succedergli il figlio Alessio II° ma questi, già incoronato, ha solo 11 anni. Segue un periodo di anarchia durante la reggenza della madre, Maria di Antiochia, e una rivolta della popolazione di Costantinopoli massacra e caccia Pisani e Genovesi. La reggente resiste al potere fino all'intervento del generale Andronico I° Comneno il quale diviene imperatore nel 1183 ed uccide l'imperatore Alessio, la madre e la famiglia imperiale compreso il “Cesare” Ranieri di Monferrato. Il regno di Andronico è caratterizzato da rivolte duramente represse e da un attacco (1185) dei normanni, alleati degli ungheresi, che occupano Durazzo, Tessalonica e avanzano verso Costantinopoli.

Nello stesso anno una rivolta a Costantinoli porta al potere Isacco II° Angelo, sposato a Teodora figlia di Isacco II° Comneno, e Andronico viene linciato dalla folla. Il generale Alessio Branas assicura una P { margin-bottom: 0.08in; direction: ltr; color: rgb(0, 0, 0); text-align: left; }P.western { font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; }P.cjk { font-family: "SimSun","宋体"; font-size: 12pt; }P.ctl { font-family: "Tahoma"; font-size: 12pt; }A:visited { color: rgb(128, 0, 128); }A.western:visited { }A.cjk:visited { }A.ctl:visited { }A.ctl:link { } netta vittoria sui Normanni al fiume Struma: la Grecia continentale viene recuperata ma le isole e il controllo del mare restano ai normanni. L'imperatore rafforza la sua posizione attraverso una serie di matrimoni della figlia con Stefano, figlio dello zupan di Serbia Nemania, e della sorella con il Marchese Corrado del Monferrato. Isacco stesso sposa Margherita, detta poi Maria di Ungheria, figlia del re Bela III°

L'intreccio matrimoniale che lega i fratelli Corrado, Ranieri e Bonifacio del Monferrato a Bisanzio è intricatissimo. Ranieri sposa Maria Commena la figlia di Manuele I° e nel 1183 vien fatto decapitare da Andronico in quanto “Cesare”. Corrado sposa Teodora Angelina, sorella di Isacco II°, e difende Costantinopoli dalla rivolta di Branas ma poi va in Terrasanta per morire nel 1192, per pochi giorni, re di Gerusalemme. Bonifacio, il capo della crociata, dopo la conquista di Costantinopoli, sposerà la vedova di Isacco II°. Se tenga conto che l'Imperatore Filippo di Svevia aveva sposato Irene, figlia dell'imperatore bizantino Isacco II° Angelo. Nello stesso 1185 l'Imperatore Isacco II° affitta una flotta veneziana per compensare la potenza normanna segnando una ripresa della presenza veneziana a Costantinopoli: presenza che non era mai stata del tutto cancellata nemmeno dalla politica di Manuele I°.

Oltre alle perdite territoriali in favore dei normanni (Cefalonia, Zante) e poi di Cipro per l'azione di Riccardo Cuor di Leone a margine della III° Crociata (1191) l'impero subisce la rivolta dei bulgari che costituiscono il secondo impero Bulgaro con lo “zar” Pietro e poi Asen e sconfiggono ripetutamente i bizantini occupando la Mesia e parti di Macedonia e Tassaglia.

Nel 1189 mette in difficoltà Isacco II° anche al passaggio di Federico I° Barbarossa che guida la colonna tedesca alla III° crociata. Si tratta dell'ultimo tentativo di una crociata di raggiungere la Palestina via terra. Nei Balcani il passaggio è ostacolato dai contadini e dai funzionari imperiali tanto che Federico si ferma per un inverno a Filippopoli (oggi Plovdiv) ed è tentato da una offerta di Serbi e Bulgari di attaccare Costantinopoli.

In questo periodo Federico ed il suo esercito a Filippopoli entrano in contatto con i Pauliciani, di origine armena, la cui eresia è alla base di quella bogomila [Run, Loo]. Su questa comunità, che sopravvive sino all'età moderna, abbiamo anche resoconti dai partecipanti alla IV° crociata [Vil, Cla]. Dopo un fallito tentativo di cacciare i crociati da Filippopoli, Isacco accetta di rifornirli e traghettarli in Asia Minore (1190).

La grave sconfitta di Arcadiopolis in Tracia (oggi Lüleburgaz, 1194) contro i bulgari provocherà la rivolta del fratello maggiore Alessio che imprigiona e accieca Isacco. Salito al potere Alessio III° Angelo (1995) viene sopraffatto dalla situazione finanziaria disastrosa e dagli attacchi in Europa dei Bulgari ora guidati da Kalojan, fratello minore dei fondatori del secondo impero bulgaro e dai turchi selgiuchidi in Asia. Il suo regno termina sotto l'azione dei crociati il 18 luglio 1203. I crociati portano al potere il nipote Alessio IV° che sale al trono assieme il padre accecato Isacco in una situazione di estrema instabilità che porterà al sacco di Costantinopoli.


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Nel cinquantennio [Loo §8] che precede la quarta crociata la Chiesa Bizantina è continuamente preoccupata dalla presenza e diffusione degli eretici. Ci è pervenuto il testo dell'anatema (Synodicon - Sinodico della domenica dell’ortodossia) [Pse, Ham p.134], che doveva essere letto tutte le domeniche e nelle principali feste, assieme alle regole di riammissione dei sospetti di eresia [Fic p172]. Gli eretici sono indicati come Messaliani oltre che come Bogomili. I Messaliani o Eutiches erano antichi eretici condannati al Concilio di Efeso (431); di indirizzo misticheggiante avevano credenze molto diverse dai bogomili ma, il vestire povero e trascurato dei religiosi di entrambe le confessioni e la recitazione continua del “Pater noster” li faceva, superficialmente, accomunare.

Nel Synodicon l'origine dell'eresia è attribuita al patriarca monofisita di Antiochia (468-470) Pietro Gnafeo P { margin-bottom: 0.08in; direction: ltr; color: rgb(0, 0, 0); text-align: left; }P.western { font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; }P.cjk { font-family: "SimSun","宋体"; font-size: 12pt; }P.ctl { font-family: "Tahoma"; font-size: 12pt; }A:visited { color: rgb(128, 0, 128); }A.western:visited { }A.cjk:visited { }A.ctl:visited { }A.ctl:link { } (Gnapheus) che ebbe il patriarcato ben tre volte in conflitto con chi aveva aderito alle conclusioni del concilio di Calcedonia. Nell'XI° secolo anche Eutimio [Acm, Ham p] di Acmonia o di Peribleptos. Monastero in Ohrid, importante centro religioso della Macedonia prima bizantino e poi dell'Epiro, attribuisce l'origine dell'eresia a Gnafeo. Egli riferisce anche, di prima mano, di discussioni e processi contro Giovanni Zarillas e altri eretici in Anatolia (Nord ovest) e Panfilia (Tracia) che chiama Fundagiagiti (portatori di bisaccia). Il nome indica i bogomili. L'attribuzione a Gnafeo è più che dubbia ma conferma l'idea che l'eresia fosse antica.

La chiesa bizantina tiene inoltre un sinodo permanente contro l'eresia. Durante il regno di Manuele I° due vescovi dalla Asia Minore: Clemente di Sasima (o Sosandra) e Leontio di Balbissa sono condannati per aver ripetuto, come facevano i bogomili, un battesimo ritenendo il precedente non valido. Secondo Eutimio patriarca (1375-1393) Manuele I° avrebbe anche incaricato Sant'Ilarione, morto nell'1164 e sepolto a Trnvo da Asen II°, vescovo di Moglena in Macedonia, di intervenire contro l'eresia nella Macedonia affidandosi anche al braccio secolare [Obo, Ham p.225].

Nello stesso periodo viene scritto a Costantinopoli il testo “Adversus Paterenos” [Ete, Ham p.234] di Ugo Eteriano. Ugo è un pisano, consulente teologico di Manuele I° e futuro cardinale, presente a corte assieme al fratello Leone Toscano, interprete. Il testo non contiene riferimenti storici ma solo teologici: contesta le posizioni dei Patereni-Bogomili sui sacramenti come eucarestia, matrimonio, battesimo ma non contesta loro il dualismo. Dualismo assente del resto anche nel precedente testo [Sic] di Pietro Siculo sui Pauliciani di Tefrice e successivamente nel testo cataro di Giovanni di Lugio “Cena segreta” [Zam]. Il testo di Eteriano, pubblicato sia in greco che in latino, testimonia la presenza dell'eresia a Costantinopoli e la sua diffusione anche tra i Latini e conferma l'affermazione dell'inquisitore Rainero Sacconi del 1250 circa [Los p268] sull'esistenza di una chiesa eretica greca e di una latina a Bisanzio.




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