Raska, Zeta e Hum
le regioni che nel medioevo erano chiamate Raska, Zeta o Dukljia o Dioclea e Hum corrispondono approssimativamente, con confini variabili e poco definiti, alle odierne Serbia, Montenegro ed Erzegovina.

La Serbia (Raska) è nel 1160 una provincia bizantina [Fin2] in continua rivolta, spesso con l'appoggio dell'Ungheria. Nel 1166 prendono il potere, con il titolo di Zupan, i fratelli Nemanja di nome Stracimir, Miroslav, Stefan e Timohir. Timohir è il Gran Zupan. La famiglia è probabilmente imparentata con la dinastia precedente e proviene da Zeta, o anche Duclia, oggi Montenegro, che è una regione parzialmente cattolica. Il loro successo è dovuto alla avanzata bizantina guidata dall'imperatore Manuele I° Comneno.
Nel 1168, Stefan sconfigge i fratelli e inizia una politica anti bizantina che trova l'appoggio di Ungheria e Venezia e che si conclude con una dura sconfitta che lo lascia tuttavia al potere, con il titolo di Granzupan, come feudatario bizantino fino alla morte di Manuele I°. Nel 1180 sulla Neretva viene ucciso dai Kacic, protetti da Miroslav, signore di Hum (oggi Erzegovina), l'Arcivescovo Ranieri di Spalato. Mirosalv viene scomunicato anche per la sua politica a favore della Chiesa Ortodossa: ha cacciato il vescovo cattolico di Ston ed installato un vescovo ortodosso [Fin1 p103]. Essendo i bizantini indeboliti dagli attacchi bulgari, dei normanni ed il passaggio della terza crociata, Stefan estende notevolmente il suo territorio verso il Kosovo e la Macedonia fino a Skopie e Zeta e la costa incluse Cattaro, Dulcino e Bar. Viene fermato da Dubrovnik allora alleata, o forse occupata, dai Normanni (1186).
In questo periodo [Obo] Stefano, come risulta dalla “Vita” scritta dal figlio Ratsko, futuro San Sava, indice una assemblea generale (circa 1175-80) per punire duramente alcuni bogomili indicati come babuni. Ai predicatori viene tagliata la lingua, i libri vengono bruciati e i seguaci vengono uccisi o esiliati. Si noti che si conferma la costante importanza, per gli eretici, della predicazione e dei libri e che le condanne non prevedono né il rogo, applicato in occidente ed a Costantinopoli, né la marchiatura a fuoco usata in Armenia.
Attorno al 1190, Stefano subisce una seconda sconfitta da parte dei bizantini. Essi recuperano parte della Macedonia e la via di comunicazione fino a Belgrado attraverso il controllo di Branicevo, Nis e Velbuzd, oggi Kjustendil. Queste città che si trovano lungo il percorso più facile tra l'Europa Centrale e Costantinopoli. Stefano ottiene tuttavia il riconoscimento dell'indipendenza da Bizanzio e conserva parte significativa dei territori.
Nel 1196 Stefan Nemanja si ritira nel convento di Strumica, da lui fondato. Successivamente raggiunge il terzo figlio Rasko-Sava sul monte Atos per morirvi nel 1199. Raska va al figlio minore Stefan II°, Hum e Zeta al maggiore Vukan. Stefano era stato un grande sostenitore della chiesa serba costruendo parecchie chiese ed il monastero di Strumica, ottiene il monastero di Hilandar sul monte Atos per i serbi e viene venerato con il nome di San Simeone.
Nelle lotte interne Vukan utilizza la presenza di una minoranza cattolica e del vescovo di Bar per fare una politica filo-papale, che rovescia la politica anti-cattolica del suo scomunicato predecessore Miroslav (m.1198). La nuova politica gli consente di conseguire la corona di re di Duclia e Dalmazia dal papa. E' nell'ambito di questa politica che Vukan scrive ad Innocenzo III° la lettera di denuncia della diffusione degli eretici in Bosnia (1198) protetti dal loro Ban Kulin.
Nel periodo tra la rinuncia al trono di Stefano I° e il ritorno di Rasko/Sava con il corpo del padre da tumulare a Studenica (1207), sono continui i contrasti tra le due parti del regno e con gli stati confinanti. Con l'aiuto degli ungheresi Vukan attacca a conquista Raska fino alla pace organizzata da San Sava, pace decisiva che consolida la Serbia sia dal punto di vista statale che religioso e che comporta il ritorno di Stefano II° in Raska.
In questo periodo (1203) il Papa incarica l'arcivescovo di Kalocsa in Ungheria, Giovanni di Merano (1202-1205), sia di avviare una crociata contro gli eretici di Bosnia sia di rafforzare la presenza cattolica in Serbia. Solo in seguito il Papa Onorio III° incoronerà Stefano (1217) Prvovenčani, “il primo incoronato”, mentre Sava si fa nominare arcivescovo dal Patriarca di Nicea evitando una dipendenza sia dal papato che dal vicino arcivescovo di Ochrid. Non si segnalano azioni contro i Babuni, dopo l'azione di Stefano, Sava [Roa] attua una politica di riforma religiosa che tende ad isolarli ed a renderli meno attraenti, mentre la legislazione contro gli eretici viene costantemente iterata.[Roa]
Nel 1168, Stefan sconfigge i fratelli e inizia una politica anti bizantina che trova l'appoggio di Ungheria e Venezia e che si conclude con una dura sconfitta che lo lascia tuttavia al potere, con il titolo di Granzupan, come feudatario bizantino fino alla morte di Manuele I°. Nel 1180 sulla Neretva viene ucciso dai Kacic, protetti da Miroslav, signore di Hum (oggi Erzegovina), l'Arcivescovo Ranieri di Spalato. Mirosalv viene scomunicato anche per la sua politica a favore della Chiesa Ortodossa: ha cacciato il vescovo cattolico di Ston ed installato un vescovo ortodosso [Fin1 p103]. Essendo i bizantini indeboliti dagli attacchi bulgari, dei normanni ed il passaggio della terza crociata, Stefan estende notevolmente il suo territorio verso il Kosovo e la Macedonia fino a Skopie e Zeta e la costa incluse Cattaro, Dulcino e Bar. Viene fermato da Dubrovnik allora alleata, o forse occupata, dai Normanni (1186).
In questo periodo [Obo] Stefano, come risulta dalla “Vita” scritta dal figlio Ratsko, futuro San Sava, indice una assemblea generale (circa 1175-80) per punire duramente alcuni bogomili indicati come babuni. Ai predicatori viene tagliata la lingua, i libri vengono bruciati e i seguaci vengono uccisi o esiliati. Si noti che si conferma la costante importanza, per gli eretici, della predicazione e dei libri e che le condanne non prevedono né il rogo, applicato in occidente ed a Costantinopoli, né la marchiatura a fuoco usata in Armenia.
Attorno al 1190, Stefano subisce una seconda sconfitta da parte dei bizantini. Essi recuperano parte della Macedonia e la via di comunicazione fino a Belgrado attraverso il controllo di Branicevo, Nis e Velbuzd, oggi Kjustendil. Queste città che si trovano lungo il percorso più facile tra l'Europa Centrale e Costantinopoli. Stefano ottiene tuttavia il riconoscimento dell'indipendenza da Bizanzio e conserva parte significativa dei territori.
Nel 1196 Stefan Nemanja si ritira nel convento di Strumica, da lui fondato. Successivamente raggiunge il terzo figlio Rasko-Sava sul monte Atos per morirvi nel 1199. Raska va al figlio minore Stefan II°, Hum e Zeta al maggiore Vukan. Stefano era stato un grande sostenitore della chiesa serba costruendo parecchie chiese ed il monastero di Strumica, ottiene il monastero di Hilandar sul monte Atos per i serbi e viene venerato con il nome di San Simeone.
Nelle lotte interne Vukan utilizza la presenza di una minoranza cattolica e del vescovo di Bar per fare una politica filo-papale, che rovescia la politica anti-cattolica del suo scomunicato predecessore Miroslav (m.1198). La nuova politica gli consente di conseguire la corona di re di Duclia e Dalmazia dal papa. E' nell'ambito di questa politica che Vukan scrive ad Innocenzo III° la lettera di denuncia della diffusione degli eretici in Bosnia (1198) protetti dal loro Ban Kulin.
Nel periodo tra la rinuncia al trono di Stefano I° e il ritorno di Rasko/Sava con il corpo del padre da tumulare a Studenica (1207), sono continui i contrasti tra le due parti del regno e con gli stati confinanti. Con l'aiuto degli ungheresi Vukan attacca a conquista Raska fino alla pace organizzata da San Sava, pace decisiva che consolida la Serbia sia dal punto di vista statale che religioso e che comporta il ritorno di Stefano II° in Raska.
In questo periodo (1203) il Papa incarica l'arcivescovo di Kalocsa in Ungheria, Giovanni di Merano (1202-1205), sia di avviare una crociata contro gli eretici di Bosnia sia di rafforzare la presenza cattolica in Serbia. Solo in seguito il Papa Onorio III° incoronerà Stefano (1217) Prvovenčani, “il primo incoronato”, mentre Sava si fa nominare arcivescovo dal Patriarca di Nicea evitando una dipendenza sia dal papato che dal vicino arcivescovo di Ochrid. Non si segnalano azioni contro i Babuni, dopo l'azione di Stefano, Sava [Roa] attua una politica di riforma religiosa che tende ad isolarli ed a renderli meno attraenti, mentre la legislazione contro gli eretici viene costantemente iterata.[Roa]